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16 - 24
NOVEMBRE 2024
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TEATRO SCONFINATO
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LA CITTÀ DEL TEATRO
dal progetto Transfert per Kamera a cura di Matteo Marelli e Luca Mosso
 
prima mondiale
 
Italia, 2020, 
4k, colore, 73’
v.o. Italiano
 
REGIA:
Chiara Caterina
Maria Giovanna Cicciari
Riccardo Giacconi
Enrico Maisto
Leandro Picarella
 
FOTOGRAFIA:
Chiara Caterina
Maria Giovanna Cicciari
Riccardo Giacconi
Enrico Maisto
Leandro Picarella
 
SUONO:
Mirko Fabbri
 
MONTAGGIO:
Valentina Andreoli
 
COLOR GRADING:
Stefano Barozzi
 
PRODUZIONE:
Santarcangelo Teatro
Riccione Teatro
Filmmaker Associazione
 
PRODUTTORI:
Simone Bruscia
Enrico Casagrande
Luca Mosso
Roberto Naccari
Daniela Nicolò
 
PRODUTTORE ASSOCIATO:
Riccardo Annoni – Start srl
 
CONTATTI:
luca.mosso@filmmakerfest.org
segreteria@filmmakerfest.org
 
LA CITTÀ DEL TEATRO
Nell’estate 2020 cinque giovani filmmaker ricevono l’invito a partecipare a Santarcangelo Festival. La direzione di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande affronta le difficoltà dell’epidemia con una programmazione che trasforma i limiti imposti dall’emergenza sanitaria in sfide creative: molti spettacoli sono all’aperto, alcuni usano le tecnologie per connettere chi è costretto alla quarantena, altri fanno del divieto d’assembramento il cardine del loro dispositivo spettacolare.
Per chi vuole girare un film è la situazione ideale: il festival è ancora più estroverso del solito e la città, percorsa da un’energia vitale straordinaria, si dispone ad accogliere con curiosità i cinque documentaristi chiamati a filmarla. È così che nasce il progetto Transfert per kamera: di fronte a Chiara Caterina, Maria Giovanna Cicciari, Riccardo Giacconi, Enrico Maisto e Leandro Picarella ci sono, con i loro spettacoli, Benjamin Kahn, Virgilio Sieni, El Conde de Torrefiel, Fanny&Alexander e ZimmerFrei: questo film è il risultato del loro incontro.
 
JARDIN di Riccardo Giacconi
da Se respira en el jardin como en un bosque di El Conde de Torrefiel
 
Il dispositivo è tanto semplice quanto spiazzante: uno spettacolo per una sola persona. Chi assiste occupa alternativamente il ruolo dell’interprete e dello spettatore attraverso due gesti elementari propri delle arti performative: osservare in silenzio mentre qualcuno realizza azioni sul palco. 
I gesti da compiere vengono comunicati da una voce in cuffia; le indicazioni sono sempre le stesse, a cambiare ogni volta è la loro messa in atto. Una volta terminato ci si sposta dal palco alla platea a osservare chi entra in scena, generando, così, un loop senza fine.
La macchina da presa affianca chi sta dando forma alla performance improvvisando sull’improvvisazione, aprendosi agli stimoli che riceve, interagendo con la persona con cui si trova ad attraversare uno spazio e un tempo comuni.
 
L'ASSEMBLEA di Enrico Maisto
da Se questo è Levi di Fanny&Alexander
 
Il pubblico è disposto sui quattro lati. Ogni spettatore, prenotandosi, può rivolgere delle domande. La sala consiliare diventa un ring, un palcoscenico, in cui va in scena il dramma da camera in forma d’interrogatorio. Un’interrogazione durante la quale affiorano questioni riguardanti le strutture gerarchiche di un sistema autoritario, le tecniche di annientamento della personalità, i rapporti che si stabiliscono tra oppressi e oppressori, tra i sommersi e i salvati. A rispondere è un uomo che ha vissuto in prima persona quei drammi. Benché al centro della rappresentazione lo vedremo affiorare solamente ai margini del quadro. La macchina da presa si pone su questa soglia, cercando il sentimento dell'istante sui volti, nei gesti, nella relazione partecipe col pubblico.
 
LA CASA di Leandro Picarella
da Family Affair di ZimmerFrei
 
Come narrare la convivenza? Un tema che provoca una serie di domande sempre attuali, soprattutto in questi tempi di pandemia. Cosa chiamiamo famiglia? Quanti tipi di famiglie esistono? Di quante famiglie facciamo parte? Seguendo una bambina che ci indica il percorso, cominciamo una perlustrazione alla scoperta delle tante declinazioni di questo mondo nella rappresentazione di diverse famiglie, tutte di Santarcangelo e dintorni; un universo che è prima di tutto uno scrigno di narrazioni in cui le storie di uno vengono raccontate da un altro. Sebbene il nostro non sia un tempo predisposto all’ascolto, possono ancora crearsi situazioni in cui lasciar spazio alla pazzia del dire, del raccontarsi.
 
PUGNO di Chiara Caterina
da Sorry, But I Feel Slightly Disidentified… di Benjamin Kahn
 
Di fronte all'assolo di Cherish Menzo che interroga i confini dell’identità di genere attraverso un corpo performativo in costante e continua trasformazione (il corpo di un’artista che attraverso una partitura coreografica ripercorre modelli e rappresentazioni legati ai concetti di esotismo e di erotismo) è necessario porsi con uno sguardo spoglio di pregiudizi. Perché guardare non è più un atto innocente; è un gesto indotto, costruito ed estremamente potente: cosa significa? Cosa implica? Quali conseguenze morali può avere soprattutto in questa epoca? Il cine-occhio, capace, grazie alle sue potenzialità tecniche, di ricreare ciò che filma, può venirci in soccorso; ecco allora che il super slow motion può espandere la vista stessa e farci vedere con occhi nuovi, o vedere come se fosse per la prima volta.
 
LA PIAZZA di Maria Giovanna Cicciari
da Quattro lezioni sul corpo politico e la cura della distanza di Virgilio Sieni
 
Essere è essere presenti a qualcuno. Si tratta di uscire da sé e predisporsi a una situazione di prossimità. La percezione dell’altro è un coinvolgimento corporeo, un movimento fondato su un’apertura (venirsi incontro o lasciarsi seguire). Così chi sceglie di seguire la lezione aperta di Virgilio Sieni nella piazza principale di Santarcangelo sperimenta la reciprocità delle proprie intenzioni e dei gesti altrui. La macchina da presa è con loro e ferma la sequenza dei gesti che tende verso il desiderio della creazione di una danza.
 
 
Chiara Caterina (Salerno, 1983) nel 2013 vince il Primo premio al Festival Cinema Zero di Trento e il Primo premio nella sezione sperimentale del Festival “A corto di donne” con il cortometraggio Avant la nuit. Il suo primo documentario Il mondo o niente è presentato nel 2017 in concorso al Festival dei Popoli e selezionato, tra gli altri, al Festival du cinéma de Brive, Cinemambiente, Ischia Film Festival, Molise Cinema.
Benjamin Kahn ha studiato drammaturgia e teatro all’Università di Aix en Provence e si è diplomato alla scuola di arti circensi di Bruxelles. Vede coreografia e performance come potenti mezzi politici. Ha lavorato con Philippe Saire, Benjamin Vandewalles, Nicole Beutler, Alessandro Sciaronni, per poi sviluppare un percorso autonomo sul tema dell’identità e delle sue ricadute in ambito politico e culturale.
 
Maria Giovanna Cicciari (Milano, 1983) vince nel 2012 il premio della giuria al Torino Film Festival con il cortometraggio In nessun luogo resta. Nel 2014 presenta Hyperion a Filmmaker e nel 2016 Atlante 1783 è selezionato nella sezione Settimana della Critica – SIC@SIC della Mostra del Cinema di Venezia e a Filmmaker.
Virgilio Sieni è danzatore e coreografo, attivo in ambito internazionale per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d’arte e musei. La sua ricerca si fonda sull’idea di corpo come luogo di accoglienza delle diversità e come spazio per sviluppare la complessità archeologica del gesto. Dal 2003 dirige a Firenze CANGO Cantieri Goldonetta, Centro Nazionale di Produzione della danza; nel 2007 fonda l’Accademia sull’arte del gesto, nel 2018 la Scuola sul Gesto e il Paesaggio. È Direttore della Biennale di Venezia Settore Danza dal 2013 al 2016.

Riccardo Giacconi (San Severino Marche, 1985) nel 2011 presenta al Torino Film Festival In Forma Lucrurilor Care Trebuie Sa Vine - Nella Forma delle Cose a Venire. Nel 2013 con Chi ha Lottato con l’Angelo resta Fosforescente partecipa alla Festa del Cinema di Roma. Nel 2015 vince con Entrelezado (2014) il Gran Prix a Fid Marseille, il Primo Premio nel concorso Prospettive di Filmmaker. Due è stato presentato alla Settimana della Critica - SIC@SIC della Mostra del Cinema di Venezia 2017. Con Piuccheperfetto, presentato nel 2019 vince il Premio della Giuria giovani all’ultima edizione di Filmmaker.
El Conde de Torrefiel viene fondato da Pablo Gisbert e Tanya Beyeler nel 2010. Il loro lavoro si concentra sulla ricerca di un linguaggio capace di trascendere e sviscerare la realtà del XXI secolo. Mescolando elementi coreografici, letterari e visivi, creano narrazioni inusuali e non lineari che interrogano le tensioni tra individuo e collettività, configurando i loro lavori come appelli necessari per un tempo e un momento concreto. I loro spettacoli sono stati presentati in Messico, Brasile, Cile e Paraguay, in città asiatiche come Seoul e Tokio e in contesti europei come Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, Festival d’Automne di Parigi, Alkantara Festival di Lisboa, Théâtre de Vidy di Losanna, Hebbel amb Ufer di Berlino, Short Theater di Roma, FOG-Triennale dell’arte a Milano e molti altri.
 
Enrico Maisto (Milano, 1988) nel 2014 presenta al Milano Film Festival il suo primo lungometraggio documentario Comandante con cui vince il Premio Aprile. Nel 2015, insieme a Valentina Cicogna, vince il Premio Solinas Documentario con La Convocazione. Il film viene presentato in anteprima mondiale al Festival dei Popoli 2017 dove vince il Premio del Pubblico e il Premio al Miglior Mediometraggio all’Hot Docs Canadian International Documentary Festival.
Fanny & Alexander è una bottega d’arte fondata a Ravenna nel 1992 da Luigi De Angelis e Chiara Lagani. Nell’arco di 25 anni, realizza oltre 80 eventi tra spettacoli teatrali e musicali, produzioni video e cinematografiche, ottenendo numerosi riconoscimenti. Con il progetto Se questo è Levi vince il Premio Speciale Ubu 2019; per lo stesso spettacolo, Andrea Argentieri si aggiudica il Premio Ubu 2019 Miglior Attore Under 35.

Leandro Picarella (Agrigento, 1984) tra il 2010 e il 2014 scrive e dirige i primi cortometraggi e alcuni brevi documentari (Cattedrale, Gyruss - a ciascuno il proprio Bach, Desnudez, La salita, Scolpire il tempo, Dio delle Zecche, storia di Danilo Dolci in Sicilia). Nel 2015 realizza Triokala, con cui vince il Premio Movie People al miglior contributo tecnico a Filmmaker. Nel 2018 presenta Epicentro alla Settimana della Critica - SIC@SIC della Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2020 realizza Divinazioni presentato al Festival dei Popoli.
ZimmerFrei collettivo fondato a Bologna nel 2000, nasce dal sodalizio tra Anna de Manincor (artista e filmmaker) e Massimo Carozzi (sound designer e musicista) insieme ad Anna Rispoli, artista e regista con base a Bruxelles. ZimmerFrei lavora in vari ambiti del contemporaneo producendo installazioni sonore e video, film documentari, performance e interventi nello spazio pubblico.
 

 

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