Una storia personale si intreccia ad una mutazione epocale. Al centro del racconto vi è il villaggio di origine di Latifa, addetta alle pulizie, che dal paese rurale Akouchetame si è spostata in una città costiera del Marocco per lavorare.
Abbandonare il luogo di origine è una ferita che non si rimargina, una scelta obbligata che sembra scavalcare le disposizioni individuali. Attraverso le immagini e la voce narrante il film parla, infatti, di un cambiamento profondo che ha investito il villaggio: la costruzione di una nuova strada ha allargato all’infinito gli orizzonti, promettendo vaghi sogni di felicità in un altrove indistinto.
Il lutto è l’esperienza che permette il disvelarsi di questo processo, con una marcata nostalgia per un passato in cui i limiti geografici e la distanza sembravano garantire un’intimità e una forma di vita più semplice.
La vita quotidiana scorre di fronte ai nostri occhi, nei grandi contrasti che il Marocco conosce, sotto il sole scottante, nei rituali vecchi e nuovi.
Federico Francioni (Campobasso, 1988) dopo il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia firma con Yan Cheng i documentari Tomba del Tuffatore, The First Shot – Miglior Film alla 53° Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro – e il cortometraggio Octavia, promosso dal Chicago Film Archive e realizzato con materiali d’archivio. Tra le altre esperienze, gli Ateliers Varan e la residenza “Frontières 2018” a Parigi, supportata dal Musée de l’Histoire de l’Immigration e dal G.R.E.C., che hanno contribuito alla realizzazione del documentario Rue Garibaldi. Akouchetame è parte di un nuovo progetto condiviso, in fase di sviluppo: Dar el Walidin.
Gaël de Fournas, dopo aver terminato gli studi all’Ecole Supérieure d’Audiovisuel di Tolosa e alla School of Visual Arts di New York, realizza il suo primo cortometraggio prodotto dal G.R.E.C. La Bataille de Jéricho. Ha poi filmato un ritratto del cineasta Eugène Green.