Italia, 2002
DVcam, colore, 65 min.
Soggetto, sceneggiatura, montaggio e regia
Federico Rizzo
Aiuto montatore
Valentina Andreoli
Fotografia
Alessandro Metere
Operatori
Christian Maggi, Matteo Yossoufian
Suono
Enzo Napolitano
Assistente fonico
Elisa Piria
Musica
Tony Dangerous, Jimsonweed
Scenografia
Emanuele Caputo
Tecnico luci
Mario Mariotti
Attrezzista e back stage
Vincenzo De Masi
Interpreti
Andrea Abbatista, Emanuele Caputo, Pedro Sarubbi, Claudia Griffini, Maria Cristina Perno, Elisa Lepore, Monique Guichard, Gianluca Piccolo, Emanuele Asprella, Giulio Ottaviani, Luciano Schito, Marco Dante Rausa, Giuseppe Lorrai, Pinuccio Piccini, Danilo Manfredi, Cosimo Schirosi
Direttore di produzione
Francesca Milano
Sette giorni nella vita di Pippo, un giovane body builder rovinato da un recente passato di anabolizzanti.
Il film, liberamente tratto da una storia vera indaga, in chiave black comedy, sull'ambiente dei buttafuori e delle palestre. Pippo passa le sue giornate tra il bagno, dove sconta in interminabili sedute il suo passato, la palestra , dove non muoiono ancora i suoi sogni di culturista e una malfamata agenzia di ex body builder dove di volta in volta si guadagna la giornata. Un giorno Pippo viene trascinato dagli amici a commettere un "party a sfascio", ultima moda milanese, introdursi in lussuose feste e spaccare tutto, qui conosce la festeggiata che ignara di tutto lo cerca il giorno seguente. Tra i due nasce una storia che Pippo porta avanti fino al suo rocambolesco smascheramento in forma di "pochade". "Quando ti svuotano la casa è un pò come se ti svuotassero il corpo". Pippo è vittima e carnefice allo stesso tempo.
Dichiarazione dell'autore
Ho conosciuto Pippo sul set di Sguardo da uomo, non mangiava mai il cestino, non perché gli facesse schifo, ma per via delle intolleranze alimentari che lo costringono a una dieta forzata. La sua storia ci ha commosso tutti. Pippo è buffo perché è piccolo e magro ma se ti mostra le foto di qualche tempo fa ci rimani secco. È vittima di un nuovo disturbo psicologico che si aggira tra i giovani, mietendo vittime tra i frequentatori delle palestre: si chiama vigoressia, e "obbliga" chi ne è affetto ad allenarsi come un forsennato per ottenere un fisico scultoreo. Il disturbo ha le stesse radici dell'anoressia, è un'alterazione nella percezione della propria immagine. Ma mentre i malati di anoressia si vedono perennemente sovrappeso, i vigoressici si guardano allo specchio e trovano di avere addosso pochi muscoli. Anche questa malattia altera la normale alimentazione: i vigoressici si cibano di sola pasta e arricchiscono la dieta con vitamine e amminoacidi, per aumentare la massa muscolare. Inutile dire che il diffondersi del nuovo disturbo si lega all'aumento del traffico di anabolizzanti e ormoni tra gli amanti di pesi e bilanceri. I malati sono per lo più giovani, senza distinzione di classe sociale: tutti abbagliati dal miraggio di poter contare su un fisico da copertina. Un'illusione che può costare cara.
Note biografiche
Federico Rizzo, nato nel 1975, diplomato I.T.S.O.S. e C.F.P., è laureato al D.A.M.S. di Bologna. Ha realizzato circa quaranta cortometraggi con i quali ha partecipato a diversi festival internazionali. Ha diretto sei lungometraggi di fiction in digitale che rientrano nel suo personalissimo "Decalogo delle giovani vittime": Storia malata (1999), Offresi posto letto (2000), Passe-partout per l'inferno (2000), Sguardo da uomo (2001, in fase di montaggio), Whisky, di via Nikolajevka (2001).