ARCOBALENO FILM CENTER - sala 3
19.15 - FILMMAKER MODERNS
Alla presenza del curatore Fulvio Baglivi.
In collaborazione con Cineteca Nazionale.
Uomini e cose (Enrico Baj)
(Italia, 1968, colore, formato originale 35mm formato di proiezione DCP, 18’)
Regia: Raffaele Andreassi Fotografia: Enrico Pagliaro (colore)
Con: Enrico Baj
Voce fuori campo: Riccardo Cucciolla Musica: Sergio Pagoni
Produzione: Antonini Enrico d.i., Reggio Emilia;
Durata 14' (462 mt), 35mm Contatti: Cineteca Nazionale Roma
Uomini e cose (…e cose) – rushes
Riprese per un film mai finito (1974, 1977, 1984)
Durata 40’ circa, DCP da 16mm, colore, muto
Contatti: Cineteca Nazionale Roma
In collaborazione con Cineteca Nazionale Roma
di Raffaele Andreassi
Il documentario a colori presenta le opere di un artista italiano che in questi ultimi anni ha ottenuto notevoli riconoscimenti in patria e all'estero: il pittore Enrico Baj. Riconosciuto come fondatore del gruppo “Movimento nucleare”, l'artista lombardo è uno dei più severi censori della società contemporanea. Egli ha posto il suo talento al servizio di una causa interessante, la bonifica di tutto ciò che è deteriore, retorico, scontato. Ciò che interessa l'artista è l'infantilismo del mondo moderno, i suoi simboli, i suoi emblemi. Baj con la sua pittura vuol divertire e divertirsi. Le sue opere sono collocate al limite del burlesco e della satira, e il suo gioco polemico lascia intravedere la dura verità della farsa. Baj combatte tutte le sovrapposizioni intimistiche e avveniristiche, e ufficialistiche e protocollari. È l'uomo libero che sfida il formalismo ufficiale delle memorie e dei canoni. Il documentario illustra questo aspetto fondamentale dell'arte di Baj con lunghe sequenze cariche di suggestioni e ci trasporta al 1950 quando facendo sempre meno uso del colore, il pittore si affida alla materia per esprimere il suo mondo. I “collage” si animano di personaggi costruiti con nastri e medaglie, con frange e nappine, con specchi e velluti. La sua è una reinvenzione immaginaria radicale, ove gioca l'umorismo più acceso e spesso l'ironia ha la forza precisa dell'insulto intenzionale, nel quadro di un grande spettacolo farsesco. Sinossi contenuta nel dossier presentato alla commissione censura, Roma 27/12/1967
Raffaele Andreassi Dal 1950 realizza un centinaio fra cortometraggi e documentari, molti dei quali sull'arte. Per la televisione, oltre ad alcuni "caroselli", dirige, fra il 1962 e il 1975, una trentina di servizi giornalistici e documentaristici. Per il cinema firma uno degli episodi di Hollywood sul Tevere (1955), il film-inchiesta I piaceri proibiti (1963) e il film di finzione Flashback (1969), selezionato in concorso al festival di Cannes. Infine, nel 1999, porta a termine una sorta di summa della sua opera di documentarista d'arte, con risultati che vanno molto al di là delle premesse: I lupi dentro, tre ore sui pittori naïf della bassa padana, dove utilizza estratti dei suoi cortometraggi degli anni Cinquanta e Sessanta.